Bisogna concedersi di stare male. Dobbiamo concederci il diritto di stare male. Negarsi il dolore, negarsi la sofferenza che si vive in un momento particolare della vita equivale a negare a noi stessi di essere umani. “Stare male” è un passaggio fondamentale per la nostra crescita personale e per il nostro benessere psicologico oltre che fisiologico. Difatti, sono proprio i momenti di crisi, quelli da cui possiamo uscire migliorati, o comunque, cambiati. È proprio il cambiamento la chiave della nostra crescita. Non esiste al mondo un organismo in grado di crescere senza mutare, senza cambiare. Ogni cambiamento, per conseguenza, prevede almeno un momento di crisi. La crisi in un sistema, come per un individuo, è rappresentazione di un bisogno di evoluzione, di miglioramento. Molto spesso, il sistema in crisi sente la necessità di tornare, di ripristinare, il benessere precedentemente posseduto e perduto. Tuttavia, se veramente lo stato precedente, ero uno stato di benessere per l’individuo come per il sistema, non si sarebbe resa necessaria la generazione del sintomo, che altro non è che il segnale della presenza di una problematica sottostante, segnale, quindi, di uno stato di malessere, di un bisogno di cambiamento. Bisogno di mutare, di evolvere e crescere per migliorare il proprio stato, ma non si può ottenere ciò se non si entra in una fase di crisi. Quindi, dobbiamo concederci di stare male, di ascoltare il nostro dolore per poterlo comprendere e seguire il percorso che ci indica, per poter cosi cambiare il nostro stato. Concederci di vivere la nostra sofferenza per poterci concedere di poter godere poi della felicità ritrovata nel cambiamento.
È anormale stare sempre bene!
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