Lo sviluppo sociale può essere definito come un processo di costruzione di legami con l’ambiente umano che permette la scoperta il rafforzamento della propria individualità.
La teoria dell’apprendimento sociale, che si rifà il paradigma di Skinner, considera il neonato come dotato di bisogni fisiologici fondamentali, che vengono soddisfatti dall’adulto che si prende cura di lui: la fame e la sete vengono soddisfatte con cibo e bevande. Il bambino associata nei rinforzi alla presenza della madre che diventa così un rinforzo secondario e acquista valore di ricompensa. Secondo Sears, quando verso la fine del primo anno di vita, il bambino avrà stabilito un rapporto di dipendenza dall’adulto, quest’ultimo comincerà a far di tutto per creare l’indipendenza nel bambino, diminuendo l’interazione con lui; la frustrazione che ne segue porterà il bambino a riprodurre i comportamenti materni che sono stati maggiormente gratificanti, imitandoli. Attraverso limitazione e le identificazioni si realizza il progressivo inserimento del piccolo nel mondo sociale.
Una particolare teoria dello sviluppo che comprende l’intero ciclo della vita e non si arresta come in genere avviene, alle soglie dell’età adulta, e la teoria psicosociale dello sviluppo di Erikson. Erikson, riprendendo in esame lo sviluppo delle zone libidiche descritte da Freud, cercò di comprendere il modo con cui ciascuna delle zone successivamente funzionava. Centrale nella teoria di Erikson è l’idea che ogni cultura affronti particolari conflitti psicosociali e di conseguenza promuove quei particolari percorsi di sviluppo che hanno buone probabilità di risolvere quelle determinate difficoltà. Sostanzialmente Erickson suddivide lo sviluppo in 8 fasi, ciascuna caratterizzata da un particolare conflitto, o crisi, che deve essere affrontato e risolto. Le prime quattro fasi comprendono l’infanzia e la fanciullezza, la quinta copre l’adolescenza, e le ultime tre l’età adulta, inclusa la vecchiaia. Queste fasi non seguono uno schema periodico fisso, nel senso che ogni soggetto ai suoi ritmi evolutivi, inoltre le fasi non vengono mai abbandonate, ma sono a poco a poco tutto integrate in ciò che eri non definisce come un insieme funzionante. Risolvere con successo uno stadio costituisce un requisito necessario perché anche lo stadio successivo possa avere soluzione positiva. Secondo Erikson il tema principale della vita e la ricerca dell’identità, l’identità e la compressione l’accettazione sia del perché della propria società. Essa subisce una trasformazione da uno stato all’altro. La prima fase, definita da Erikson orale-sensoriale, va dalla nascita un anno circa. Grazie q un’equilibrata integrazione di fiducia, sfiducia e speranza, il bambino può imparare a tollerare la frustrazione e le delusioni e acquisire così la disposizione interna a ridefinire continuamente i proprio progetti e proiettarsi nel futuro. La seconda fase, da 2 a 3 anni, che corrisponde nello sviluppo psicosessuale a quella anale-muscolare, è segnata dall’esperienza del controllo e della disciplina. La modalità psicosociale è quella di trattenere rispetto a lasciarsi andare nella terza fase psicosociale, dai quattro e cinque anni, il bambino consolida il senso di autocontrollo di volontà e di autonomia della fase precedente in un atteggiamento sempre più intregato di padronanza della situazione, responsabilità e iniziativa autonoma. La modalità psicosociale di base e il fare, cioè intromettersi, prendere l’iniziativa, prefiggersi e portare avanti degli scopi. La quarta fase, dai 6 anni alla pubertà, vede emergere nel bambino un senso di competenza e di efficacia. Con la quinta fase si entra nel periodo adolescenziale con le sue tipiche problematiche di identità. Rapidi cambiamenti psicologici producono un nuovo corpo che ha bisogni sessuali non familiari. Questi cambiamenti, accanto alla pressione sociale, forzano i giovani a prendere in considerazione una varietà di ruoli. Erikson parla di crisi d’identità nel definire il tentativo di superamento della confusione e dell’ambivalenza per insediarsi in un’identità più stabile, coerente e separata dagli altri. Un grosso ostacolo psicologico nella costruzione dell’identità è la percezione del negativo in se stessi come qualcosa per cui sentirsi indegni e inadeguati rispetto al mondo. Erickson mi chiamava, questa condizione psicologica, identità negativa, uno dei modi di difesa più primitivi da questo sentimento profondo di inferiorità e indegnità è la proiezione del negativo sugli altri da cui originano atteggiamenti pregiudiziali, la discriminazione razziale, il rifiuto del diverso e persino il crimine. In questa fase si integra il senso di fedeltà ai propri valori e alle proprie ideologie, ovvero un atteggiamento di coerenza nonostante le inevitabili contraddizioni a cui si espongono pulsioni contrastanti e tendenza opposte e conflittuali. Su questo sentimento di fedeltà e di coerenza poggia in maniera stabile l’identità, che si può definire come un insieme coerente nel tempo di atteggiamenti, valore e caratteristiche. L’adesione ad una qualche forma di gelosia caratterizza questa fase, in cui è fondamentale, per l’acquisizione dell’identità, il sentimento di appartenenza a un gruppo che confermi l’adeguatezza del proprio valore e del proprio modo di essere. La modalità psicosociale di questo stadio è rappresentata dal essere se stessi o meno.
La Strange Situation è una procedura inizialmente messa a punto da Ainsworth. La Strange Situation si basa su 8 episodi: nel primo episodio il bambino viene introdotto con la propria madre in una stanza di laboratorio contenente una varietà di giocattoli; nel secondo episodio il piccolo ha la possibilità di esplorare l’ambiente in presenza della madre e di giocare con lei. Nel terzo episodio, entra un estraneo che siede in silenzio poi parla per un minuto con la madre e quindi coinvolge il piccolo in qualche gioco; nel quarto episodio la madre esce e il bambino resta con l’estraneo; nel quinto episodio la madre ritorna e l’estraneo se ne va senza fare rumore. Nel sesto episodio la madre lascia di nuovo il piccolo, ma stavolta da solo; nel settimo episodio entra l’estraneo e cerca di consolare il bambino se necessario; nell’ottavo episodio la madre rientra. La classificazione del tipo di attaccamento che lega il bambino alla madre (legame sicuro B, legame insicuro di tipo ansioso-ambivalente C, legame insicuro di tipo ansioso-evitante A) si basa sull’osservazione del comportamento esplorativo e delle relazioni emotive del bambino in presenza e l’assenza della madre e delle sue risposte alla riunione connessa dopo la separazione.
Erickson uso 3 metodi per lo studio dello sviluppo sociale: osservazione diretta del bambino, confronti tra culture diverse e psicostorie (analisi dello sviluppo psicosociale di alcune ben note personalità, basate sui loro stessi scritti e su conversazioni e comportamenti riferiti da altri).
Le applicazioni della teoria di Erikson riguardano sostanzialmente l’ambito clinico e più specificamente psicoterapeutico. Secondo Erikson le esperienze frustrante conflitti non risolti nell’infanzia possono avere degli effetti che si prolungano nel tempo e in mensa non la personalità degli individui nel corso dell’esistenza.
Leave A Comment