Tutti noi iniziamo un nuovo anno con la lista dei “buoni propositi” da mettere in atto per migliorare in qualche modo la nostra quotidianità. Tra i più comuni, spicca immancabilmente il famoso: “Da dopo le feste mi metto a dieta!”. Tuttavia, nonostante l’ottimistica ondata di salutismo, tutte le buone intenzioni che ci pervadono i dati evidenziano che l’inizio del nuovo anno è il periodo in cui i consumatori occidentali acquistano la maggiore quantità di cibo. Cosa accade quindi alla nostra forza di volontà? Siamo davvero cosi volubili? Le feste Natalizie sono spesso ripiene di gioie e momenti sereni: si ha del tempo da passare con i propri cari; si mette mano il portafoglio per dei teneri pensieri, come vedere il sorriso che si dipinge sul volto di nostra nipote dopo aver ricevuto l’ennesimo giochino nuovo, o sorprendere il partner con una piacevole sorpresa; si guarda sospiranti e sognanti la neve alla finestra, quest’anno caduta quasi in tutta Italia, mentre noi dentro casa ci gustiamo una calda e rincuorante cioccolata.
Ma le gioie delle feste sono anche molto altro: sono anche mangiare tanto, mangiare bene, mangiare in compagnia, per poi promettere a sé stessi che, determinati e convinti, dal 7 Gennaio ci metteremo a dieta, ricominceremo a fare sport e movimento, butteremo giù quella sgradevole pancetta che ci è venuta tra sfarzose cene e sognati attimi accompagnati da cioccolata calda con panna. Dopo tutto questo luccichio e dolcezza i nostri buoni propositi sono difficili da mantenere. Infatti, nonostante speranzosa ventata di salutismo, l’inizio del nuovo anno è proprio il periodo in cui acquistiamo la maggiore quantità di cibo. Infatti continuiamo a comprare la stessa eccessiva quantità di “cibo-spazzatura” che acquistavano durante le vacanze natalizie, aggiungendoci semplicemente quei cibi definiti maggiormente salutari.
Come dimostra uno studio condotto dai ricercatori della University of Vermont, con l’anno nuovo portiamo a casa il 9% in più di calorie rispetto al precedente periodo di grandi festività all’insegna di grandi mangiate in compagnia.I risultati emersi da queste ricerca, condotto da Lizzy Pope in collaborazione con David Just e Brian Wansink della Cornell University, and Drew Hanks della Ohio State University, sembrano andare controcorrente rispetto alla reputazione delle vacanze natalizie che le vede come il periodo più mangereccio dell’anno.
“Ci interessava sapere in che modo i buoni propositi per l’anno nuovo e la fine delle vacanze natalizie influenzano la spesa dei cittadini – quanto cibo la gente acquista, di che tipo, e quante calorie contiene”, afferma David Just.
Più di 200 casalinghe hanno partecipato a questo studio, definito Res(olutions)-Illusions Study, che riguardava i loro comportamenti di consumo e di acquisto alimentare nel periodo compreso tra luglio 2010 e Marzo 2011.Per analizzare i pattern di consumo, gli studiosi hanno suddiviso i dati raccolti in tre diverse fasi: il periodo compreso tra Luglio e il giorno del Ringraziamento per rappresentare le normali abitudini alimentari dei partecipanti alla ricerca misurate settimanalmente, dal Ringraziamento a Capodanno era considerata la fase delle vacanze natalizie e infine il periodo compreso tra Capodanno e Marzo rappresentava l’atteggiamento adottato dai consumatori dopo le vacanze. Gli alimenti sono stati categorizzati come più o meno salutari in base ad un sistema di categorizzazione nutrizionale.
“Nonostante le belle intenzioni del nuovo anno con cui le persone si ripromettono di mangiare più sano, continuano comunque a comprare gli stessi cibi grassi che tanto hanno apprezzato durante il periodo natalizio. Basandoci su tali scoperte, raccomandiamo ai consumatori di non limitarsi ad aggiungere cibi più salutari al loro carrello, ma piuttosto di sostituire il cibo-spazzatura con alimenti più freschi e nutrienti; sarebbe inoltre utile recarsi all’alimentari con una lista della spesa già compilata, in modo tale da proteggersi dal rischio di acquisti impulsivi. Sarebbe utile dare infine un’occhiata al proprio carrello della spesa, e assicurarsi che cibi sani e nutrienti costituiscano almeno la metà dei nostri acquisti” Hanks.