Bandura ha definito l’aggressività come un qualsiasi comportamento di un individuo diretto a provocare danno ad un altro individuo.

L’aggressività arreca un danno fisico, oggettivamente riscontrabile, e un danno psicologico o morale, un danno soggettivo, che dipende dal singolo individuo. Ci sono tre principi rilevanti per considerare un atto come aggressivo: verificare se il danno è stato veramente arrecato; se c’è intenzione di nuocere; se c’è una violenza delle norme sociali.

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Possiamo distinguere diversi tipo di aggressività in baso allo scopo per cui si mette in atto: strumentale, è utilizzata come un mezzo in vista di un secondo fine; pura, è fine a se stessa senza uno scopo da voler raggiungere; ostile, quando cioè, l’aggressione è per danneggiare un’altra persona perché si prova verso questa avversione, o come difesa da questa. Una ulteriore suddivisione è possibile in base ai destinatari e alle modalità di esecuzione: si parla di aggressione eterodiretta quando è rivolta verso un altro soggetto, autodiretta quando è rivolta verso se stessi; attiva quando si arreca aggressione o si omette un soccorso dopo un arrecato danno, passiva quando invece di presta aiuto; diretta se c’è contatto tra aggressore e vittima, indiretta se invece, avviene mediante altre persone o attraverso messi telematici o di comunicazione.
La concezione istintivista ritiene che l’aggressività derivi dall’istinto, da una tendenza innata, fa parte della natura, non si può eliminare ma solo diminuire, controllare. Questi istinti aggressivi agiscono secondo un modello idraulico. In ogni individuo si sviluppa un atto aggressivo che evolve in modo equilibrano o meno ma che deve essere in qualche modo scaricato. Se non si scarica, l’individuo aggredisce senza motivo. Dopo ogni atto aggressivo l’energia si abbassa e temporaneamente l’aggressività di esaurisce.

Psicologa roma Via Pinerolo 22 L’epicentro dell’aggressività risiede nell’individuo, quest’ultimo eredità l’aggressività dalla storia umana perciò è nell’uomo che bisogna cercare la causa e l’origine dell’aggressività.
Uno dei più famosi esperimenti sull’aggressività, è certamente quello di Bandura con bobo doll: in una scuola materna vengono formati tre gruppi di bambini. A differenza degli altri due gruppo, solo il primo gruppo osservò un modello adulto che dava pugni e calci a bobo doll, la bambola di gomma utilizzata nell’esperimento. Successivamente, i vari gruppi vennero irritati e sottoposti a frustrazione con vari espedienti, e fatti entrare in tre diverse stanze, in ognuna delle quali c’era un bobo doll assieme ad altri giocattoli. Il primo gruppo, quello cioè che aveva osservato il modello di comportamento aggressivo, si scagliò con atti di violenza su bobo doll e anche su altri giocattoli, sui quali attuarono originali atti di violenta, in modo molto più forte e vistoso rispetto agli altri due gruppi. Gli strumenti di indagine per la valutazione dell’aggressività, sono i medesimi di quelli utilizzati per analizzare il costrutto della frustrazione: i test proiettivi, come il TAT, il Rorschach e P.F.S.; e i test di personalità, come il MMPI, in particolare nella sottoscala Deviazione Psicopatica).