Secondo Bateson “non è possibile considerare la coppia come la somma di due individui”; ciò comporta il definire una coppia come l’incontro tra due mondi psichici, la formazione da questo incontro di un “terzo” invisibile, significa, dunque, confrontarsi con un organismo autonomo rappresentato dal legame della coppia. Questa concezione della coppia può aiutarci ad esaminare anche gli aspetti psicopatologici che possono influenzare il legame, ovvero, quando una relazione diventa fonte di sofferenza, quando cioè il legame si “ammala”. In psicologia, si parla di patto di coppia: una proposta inconscia si relazione tra i partner, un’espressione dei modelli operativi interni di relazione di cui si è portatori. Quando si forma una coppia, ciascuno dei partner ha uno scopo latente, di risoluzione di antichi problemi inconsci, una sorta di relazione terapeutica naturale che si sviluppa tra ripetizione e cambiamento all’interno della relazione affettiva.

Le più recenti ricerche nelle neuroscienze forniscono nuovi spunti nella comprensione delle dinamiche di coppia: la coppia può anche essere equiparata ad una “mente relazionale”: l’incontro tra i partner è un incontro tra menti che si basano su livelli di funzionamento antichissimi e radicate nei profondi principi dell’evoluzione della specie. Quando incontriamo l’altro, il nostro sé si modifica profondamente facendo riaffiorare aspetti latenti della nostra mente e creandone di nuovi. Su queste premesse, è possibile analizzare gli aspetti pre-verbali della coppia al fine di comprendere al meglio le fasi in cui il legame si “ammala” e non agisce per il benessere della coppia.  Appare quindi fondamentale comprendere anche la dimensione psicopatologica delle coppie problematiche, per poter definire al meglio una “diagnosi di legame”, quel legame che rappresenta il “terzo” generato dall’unione della coppia e dal loro spazio mentale condiviso.

Nella formazione della coppia, dunque, di crea un piano intersoggettivo stabile sul quale poggiare le basi della relazione affettiva. Le coppie problematiche co-costruiscono un piano intersoggettivo negativo, costituito da circoli viziosi ripetitivi. Questo circuito viene definito “della promessa delusa”.  L’organizzazione di questa tipologia di coppia è costituita da patti rigidi, che tagliano qualsiasi elemento esterno ed estraneo dal “Noi”, un noi che ad ogni difficoltà rischia la rottura definitiva che poi viene puntualmente scongiurata e risanata. Sono coppie che utilizzano l’agire e non il pensare, che si muovono sull’emergenza della coppia e che semplificano e minimizzano, negando le reali problematiche di fondo.

Analizzando approfonditamente le coppie con problematiche, è possibile ipotizzare che le difficoltà presenti  siano un grande contenitore che tiene in sé differenti assetti sia individuali che di coppia. Per questo motivo è necessario, esplorare il sistema coppia per poter arrivare ad una specifica diagnosi di legame propria di quella coppia, per poter successivamente lavorare sulle dinamiche disfunzionali presenti.