La psicometria è rivolta la costruzione di strumenti per la misurazione di determinate costellazione di comportamento, delle quali vi è la possibilità di individuare tratti, abilità, capacità descrivibile sulla base di organiche teorie psicologiche. Adesso sono essenzialmente delle misurazioni obiettive standardizzate di un campione di comportamento, supposto come rappresentativo della totalità del comportamento stesso. L’accorgimento più sicura per garantire l’obiettività di un testo è quello di procedere a somministrazioni e fissare le norme da seguire per l’interpretazione dei punteggi riportati al test. L’applicazione del test al cosiddetto campione di standardizzazione serve, non solo a determinare la media del rendimento, ma anche le frequenze relative dei vari gradi di deviazione al di sotto e al di sopra della media. L’attendibilità di un test fa riferimento alla coerenza e alla fedeltà dei punteggi ottenuti da uno stesso soggetto quando questi venga sottoposto allo stesso tetto in occasioni diverse o una forma equivalente di esso. Poiché l’attendibilità riguarda il grado di concordanza esistente fra due gruppi di punteggi è stato venire espressa in termini di coefficiente di correlazione. Il coefficiente di attendibilità è un coefficiente di correlazione che indica la correlazione di un test con se stesso. Il modo più semplice per valutare l’attendibilità di un test consiste nell’area applicazione dello stesso testo in occasioni differenti. Il metodo delle forme parallele consiste nel determinare il coefficiente di attendibilità utilizzando test paralleli, introdotti per poter disporre di test equivalenti da somministrare nella stessa occasione o in occasioni differenti in modo da minimizzare gli effetti della memoria o della motivazione connessa all’uniformità delle prove. Un altro tipo di stima dell’attendibilità e quella relativa alla coerenza interna del test. Metodo della divisione a metà (splt-half) consiste appunto nella suddivisione a metà delle prove del test e nel controllare le due serie di misure che si sono tenute per ogni soggetto.
Un’altra formula per calcolare il coefficiente di fedeltà a partire dai singoli item e la pillola per il coefficiente Alfa di Cronbach, dove alfa è in realtà la media delle correlazione tra tutti gli item. La validità di un test concerne la sua capacità di rilevare effettivamente gli aspetti della variabile che si presuppone di misurare. La validità di contenuto riguarda la capacità degli item di rappresentare adeguatamente il costrutto e di soddisfare tutti gli elementi che lo costituiscono. La validità predittiva si riferisce all’efficacia del test nel predire il comportamento di un individuo in predefinite situazioni. La validità concorrente si riferisce alla relazione del ponteggio di un test con punteggi ottenuti con altri strumenti che misurano la stessa aria del comportamento. La validità discriminante riguarda la relazione del punteggio di un test con punteggio ottenuto in altri test che misurano variabili diverse. L’analisi fattoriale, infine, rappresenta un solido strumento per l’individuazione dei fattori sottostanti al comportamento misurato.
Con il metodo clinico si esaminano per lo più i dati che si ricavano dai colloqui clinici con i pazienti, che essendo bisognosi di aiuto sono particolarmente disposti a rilevare i meccanismi conosci inconsci del loro comportamento. Durante i colloqui clinici, lo psicologo può fare uso di test che gli permettono di conoscere in che misura le prestazioni intellettive, le aspettative, le emozioni si discostano dai valori medi emessi da studi condotti in precedenza su vasti campioni. I risultati dei test e l’analisi accurata dei colloqui clinici permettono lo psicologo di inquadrare la personalità e le problematiche del soggetto in schemi interpretativi che tengono conto del insieme delle variabili. L’esame di casi individuali permette, inoltre, di formulare delle ipotesi da verificare e poi sperimentalmente; le generalizzazioni che derivano da studi clinici possono essere accettate, infatti solo in via provvisoria.
La psicologia in quanto scienza utilizza un metodo scientifico. È possibile definire il metodo scientifico in termini di oggettività, cioè la possibilità di consentire che persone diverse, nelle stesse circostanze, con piano le stesse osservazioni; di variabilità, cioè tutti gli eventi osservati e a cui è possibile attribuire diversi valori. Lo scienziato si propone di determinare il rapporto esistente tra le variabili che osserva, le variabili indipendenti sono quelle manipolate dallo scienziato, mentre le variabili dipendenti sono quelle i cui valori variano in relazione alle variabili indipendenti, e variabile di controllo, indispensabile per ottenere nella ricerca scientifica dei risultati attendibili. Determinando una relazione causale tra variabile dipendente è variabile indipendente è possibile fare una previsione. Steveus, individua quattro livelli di misurazione dei valori: livello nominale, su scala nominale sono solo differenti e non è possibile stabilire alcuna relazione asimmetrica tra di loro; livello ordinale, su scala ordinale è possibile stabilire non solo la differenza fra i valori ma anche una relazione asimmetrica d’ordine; livello di intervallo, su scala intervallo è possibile misurare e quindi precisare anche le grandezze dell’intervallo che separa un valore dagli altri; livello di rapporto, a livello di rapporto si è a livello più alto di misurazione in quanto è possibile stabilire anche il rapporto tra valori diversi. Per la realizzazione di un progetto di ricerca si seguono tre fasi: scelta del paradigma, progettazione del disegno sperimentale e, infine, controllo. Il controllo, su un piano metodologico prevede: una procedura di campionamento, variabilità della situazione, senza del compito, sperimentatore, numero e tipo di variabili. Importante, durante la progettazione della ricerca, delimitare la popolazione degli individui sulla quale svolgere lo studio. Un controllo adeguato rende necessaria una completa standardizzazione del materiale utilizzato nella ricerca e delle consegne formulate ai soggetti. L’influenza delle aspettative dello sperimentatore su un particolare risultato può inficiare la sua condotta e la raccolta dei dati. Nella forma più semplice, il piano di ricerca prevede due gruppi di soggetti, uno sperimentare l’altro di controllo, perfettamente omogenei. Nella condizione sperimentale si fa intervenire la variabile indipendente mentre il gruppo di controllo riposa o svolge attività non inerenti al compito sperimentale. Il controllo si verifica in termini di statistica inferenziale, che rende possibile stabilire se accettare o respingere una ipotesi sperimentale o avvalorare un intero progetto di ricerca.
Il metodo sperimentale è molto rigoroso perché basata su osservazioni obiettive da accurate e perché le modalità di studio e gli aspetti da analizzare sono definiti in modo chiaro così che l’esperimento possa essere ripetuto da sperimentatori diversi. I vantaggi del metodo sperimentale sono rappresentati dal fatto che le variabili non desiderate sono controllate rigorosamente e che è possibile trovare conclusioni chiare circa i rapporti tra variabile indipendente è variabile dipendente, cioè se vi è una relazione causa effetto tra le due. Esperimenti danno inoltre precise informazioni sul comportamento umano e, grazie a questa precisione, possono essere facilmente replicati. Attualmente si distingue tra variabile indipendente è variabile dipendente. Le variabili indipendenti sono manipolata dallo sperimentatore, mentre nel caso delle variabili dipendenti si osserva il variare dei valori in dipendenza delle variazioni della variabile indipendente. In ogni ricerca purtroppo è ineliminabile la variabile dipendente varia anche in dipendenza di altre variabili, non comprese dallo sperimentatore tra le variabili indipendenti. Tali variabili vengono dette errore sistemico. Le fasi della ricerca sperimentale sono: osservazione, formulazione delle ipotesi (indotte o dedotte), sperimentazione e elaborazione dei dati. È possibile quindi differenziare due tipi di disegno: quello entro i soggetti è quello tra i soggetti, nel primo caso i soggetti fungono da controllo di se stessi, in quanto vengono sottoposti a tutte le condizioni che risolve il problema della confrontabilità tra persone diverse che potrebbe essere inficiata da variabili estranee alla ricerca, legate alle complesse e sopra determinate caratteristiche idiosincratiche dell’individuo. Nel caso di un disegno tra soggetti, invece si definisce un gruppo sperimentale nel quale viene o fortunatamente mani colata la variabile indipendente e un gruppo di controllo che resta inerte. Questo tipo di disegno richiede alcuni accorgimenti proprio per limitare la minaccia alla validità interna e garantire la confrontabilità: l’assegnazione randomizzata dei soggetti alle condizioni, la specificazione delle caratteristiche dei soggetti in base ai quali essi vengono considerati equivalenti e l’abbinamento di ciascun soggetto del gruppo sperimentale a uno del gruppo di controllo.
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