La percezione è un’organizzazione immediata, dinamica e significativa dei dati della realtà. Essa conduce a segmentare il flusso continuo dell’esperienza in unità distinte, con le loro proprietà e relazioni immediatamente evidenti. Il mondo percettivo nella copia diretta dell’ambiente, ma il risultato di una serie di mediazione di attività svolte dall’organismo. Radio autori che hanno studiato questo costrutto vi sono: Wundt, Fechner, Spearman e Ebbinghaus che avevano assunto la posizione del sensista, secondo la quale la sensazione elementare è la più piccola unità percettiva ed esiste un rapporto diretto tra sensazione e percezione. La teoria empiristica di Helmholtz afferma che le ripetute esperienze con la realtà fisica e l’apprendimento che ne deriva forniscono un contributo essenziale alla percezione degli oggetti. Diverse i dati sensoriali sono per percellari e danno origine a un mosaico di sensazioni elementari. Le sensazioni vengono integrate con altre informazioni e sintetizzate nella percezione dell’oggetto grazie a meccanismi di associazione basati sull’esperienza passata. Nell’adulto questi processi di associazione diventano molto più rapidi e quasi automatici e agiscono sotto forma di inferenza inconscia: indirizzo, in base all’esperienza passata, compie una sorta di ragionamento inconsapevole, in virtù del quale corregge e integra le sensazioni elementari attuali.
Secondo il movimento del New Look l’organizzazione del mondo percettivo, oltre che da fattori strettamente percettivi, dipende anche da altri fattori come i bisogni, gli stati emotivi, le aspettative, le motivazioni dal soggetto percepite. Entro questa prospettiva funzionalistica, il soggetto quando percepisce uno stimolo compie un’azione di categorizzazione in quanto a partire da certi indizi, provvede all’identificazione alla classificazione dello stimolo medesimo. In tal modo la percezione si fonda sul sistema di categorie appropriate, idoneo per codificare la realtà ambientale sulla base delle relazioni rilevate tra le proprietà degli oggetti e degli eventi.
Secondo la teoria ecologica di Gibson, le informazioni percettive sono già contenute nella stimolazione così come essa si presenta il soggetto. In altri termini, la stimolazione non è caotica o indeterminata, ma offre un ordine intrinseco, legato alle reciproche relazioni esistenti tra gli stimoli stessi. Di conseguenza, una ricca informazione è già contenuta nella distribuzione spaziale e temporale degli stimoli e resa disponibile per il soggetto. Gibson ha chiamato Affordances queste disponibilità già presenti nella stimolazione. Il soggetto deve solo riuscire a cogliere queste informazioni percettive già esistenti nell’ambiente circostante, questa teoria viene definita approccio ecologico della percezione.
La scuola della Gestalt si è opposta al principio esplicativo dell’esperienza passata e ha sostenuto che la percezione non è preceduta da sensazioni, ma è un fatto primario è immediato. La percezione non è dovuta al concorso di fattori ma risulta dalla dinamica interna delle forze che si vengono a creare tra le diverse componenti di uno stimolo, auto-distribuzione. Il campo percettivo si auto-organizza attraverso la distribuzione dinamica delle forze percettive. Questo processo di organizzazione intrinseca è regolato da alcuni fattori e principi di unificazione. In virtù di questi fattori le parti di un campo percettivo vengono a costituire totalità concorrenti e configurazioni strutturanti o Gestalten, come figure sullo sfondo, come oggetti distinti con le loro proprietà e relazioni immediatamente evidenti. Secondo gli psicologi della Gestalt, varie tendenze organizzative innate influenzano la visione. I principi gestaltici di raggruppamento si riferiscono la tendenza umana a organizzare raggruppare insieme di simboli isolati sulla base dei fattori di vicinanza, somiglianza, continuità, chiusura e pregnanza. Secondo il principio della vicinanza, a parità di altre condizioni, azioni fidano gli elementi vicini. Per il fattore della somiglianza, a parità di altre condizioni, significano gli elementi simili. Per la legge della continuità vengono privilegiati determinate orientamenti spaziali delle linee rispetto ad altri. Per il fattore della chiusura vengono percepiti come totalità gli elementi che tendono a chiudersi il tra loro. Per il principio della pregnanza vengono privilegiati gli insiemi di stimoli dotati di semplicità, di ordine, di simmetria, di regolarità e di stabilità. Werthwimer elaborò un esperimento in grado di spiegare la percezione del movimento apparente o stroboscopico virgola alla base del cinematografo. Ridotto ai suoi momenti più semplici, questo fenomeno, chiamato fenomeno phi, dipende dal ritmo con cui si alterna l’accensione di due luci (A e B). Se l’intervallo di tempo per l’accensione di due stimoli stazionarie compreso tra 50 e 100 ms, si ha la percezione di uno stimolo solo che si muova da A a B. In tal modo, partendo da stimoli statici, sia la produzione della percezione del movimento.
Tra le tecniche utilizzate per studiare il costrutto di percezione vi sono: il test della figura nascosta di Witkin e il Visual Motor Bender Gestal Test adattato da Hutt.
Il costrutto della percezione può essere studiato in vari ambiti, ad esempio, quello della deprivazione sensoriale. In alcuni esperimenti sulla deprivazione sensoriale, i soggetti venivano posti in una stanza insonorizzata e al buio, senza la possibilità di comunicare essendo privi di stimolazioni esterne. Questi studi hanno evidenziato sensazioni di noia, di decadimento intellettivo ed in alcuni casi di allucinazioni visive. Tali esperimenti hanno confermato la fondamentale rilevanza delle attività percettiva nel determinare l’armonia sigla della personalità, grazie a varietà di stimolazioni e hanno evidenziato come processi presenti nelle forme psicotiche siano simili alla deprivazione sensoriale. In ambito clinico possono essere indagate le abilità percettive, che vengono abitualmente misurate in riferimento alla accuratezza e alla rapidità della percezione.
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